Glottodidattica: come si insegna una lingua?

Una breve introduzione

Gli approcci della glottodidattica sono oggetto di studio e discussione ormai da secoli. In quest’epoca sempre più globalizzata e connessa, imparare almeno una lingua straniera è ormai divenuto essenziale ed obbligatorio, anche e soprattutto per essere all’altezza di un mondo lavorativo in continuo mutamento.

Tutti si chiedono quale sia la metodologia più adatta per insegnare un linguaggio nuovo in maniera efficace. Tuttavia, la risposta non è né semplice né univoca; entrano in gioco diversi fattori e bisogna porsi alcune domande indispensabili: chi è il target? Quale scopo si vuole raggiungere? A quale livello si vuole arrivare?

Come dimostrano i paesi del Nord Europa quali Olanda, Svezia, Danimarca e Norvegia, durante l’infanzia e le prime fasi dell’adolescenza è più utile coinvolgere attivamente le menti non ancora formate, approcciandosi in modo pratico e basando quasi tutto l’insegnamento sulla comunicazione e l’interattività. In questo senso, gli insegnanti madrelingua paiono essere il tramite più adatto, ottenendo risultati migliori dei loro corrispettivi non-madrelingua, grazie al pieno coinvolgimento degli alunni nella cultura in questione. L’obiettivo principale è quello di inculcare i meccanismi dell’idioma il più naturalmente possibile, lasciando in secondo piano gli aspetti maggiormente formali (ad esempio lo studio della grammatica).

Al contrario, se prendiamo come riferimento l’Italia, la tecnica utilizzata è opposta. Gli insegnanti, raramente madrelingua, si concentrano spesso su criteri teorico-formalistici, che rendono noioso l’apprendimento da parte di bambini e ragazzi e non permettono di raggiungere il grado di coinvolgimento sufficiente ad interessarli e guidarli all’apprendimento completo ed immersivo della lingua.

La strategia utilizzata in Italia appare non del tutto congrua. Essa risulta infatti più utile a coloro i quali abbiano già conoscenze e controllo sulla lingua straniera e che desiderano approfondire certe strutture per interessi personali, accademici o lavorativi. Meno utile durante lo sviluppo, quando lo scopo è fondamentalmente quello di invogliare ed appassionare.

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