Assistenti digitali: un frutto della Linguistica Computazionale

Panoramica sul campo della Linguistica Computazionale, che ci ha portato ad un mondo digitalmente assistito e sempre più accessibile.

Dagli altoparlanti Alexa agli smartphone Android con Google Assistant, dai computer Windows con Cortana ai dispositivi Siri di Apple; oggigiorno chiunque possiede almeno un dispositivo con assistente digitale integrato. Strumenti che ci consentono di eseguire una moltitudine di azioni in maniera semplice e rapida, attraverso la comunicazione progressivamente più precisa fra l’uomo e la macchina.

Attualmente, il solo utilizzo della voce ci permette di cercare, fermare e mandare avanti ricette, musica e film; possiamo effettuare ricerche sui browser e porre delle domande ai nostri amici assistenti, che ci risponderanno prontamente; possiamo accendere e spegnere le luci di casa, così come i vari elettrodomestici; possiamo fare acquisti online e interagire con una serie infinita di applicazioni. Persino i telecomandi di nuova generazione sono dotati della possibilità di operare attraverso i comandi vocali, praticamente impensabile fino a pochi anni fa. Per non parlare dell’utilità e dell’impatto che questi strumenti hanno sulle persone affette da disabilità, arrivando persino a premettere l’utilizzo di dispositivi che, altrimenti, non sarebbero a loro accessibili.

Un settore che continua a innovarsi e innovare, non accennando minimamente all’arresto: il 23 giugno, durante la Conferenza per gli Sviluppatori Xiaomi, quest’ultima ha annunciato la creazione del primo mouse con riconoscimento vocale integrato, frutto della tecnologia di assistenza digitale XiaoAI arrivata alla versione 3.0. L’assistente, che inizialmente supporterà quattro lingue (cinese, inglese, giapponese e coreano), potrà essere attivato con la pressione di un tasto e consentirà di effettuare alcune operazioni come lo spegnimento del computer o l’apertura di file. 

Un altro dispositivo, dunque, si aggiunge alla lista sempre più lunga, frutto di un campo di ricerca che coniuga molteplici discipline come l’ingegneria e la scienza, ma che nulla potrebbe essere senza una branca molto particolare e allo stesso tempo molto poco nota: la Linguistica Computazionale.

Linguistica Computazionale

Questo ramo interdisciplinare raggruppa tutti gli elementi, da un lato informatici e dall’altro lato linguistici che, interagendo tra loro, permettono alla macchina di gestire il linguaggio, arrivando a comunicare in modo semplice o complesso con l’essere umano.

Dato l’incredibile avanzamento tecnologico e produttivo degli assistenti digitali (e non solo) negli ultimi anni, è lecito pensare che questa disciplina sia nata e si sia sviluppata in tempi moderni, ma così non è. 

Storicamente, infatti, la Linguistica Computazionale risale a poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando gli strumenti avanzati che ora possediamo erano inconcepibili e la potenza dei calcolatori risultava ancora molto limitata. Una grande spinta è stata data dal progresso nel campo dell’Intelligenza Artificiale, che oggi sembra incessante.

Si sono formate e distinte principalmente due macro-sezioni, che sono al centro degli studi e di tutti i dispositivi che utilizziamo: elaborazione della voce umana ed elaborazione del testo.

La prima raggruppa tutti metodi di acquisizione e produzione della voce: 

  1. Trasformazione del testo scritto in parlato.
  2. Trasformazione del parlato in testo scritto. 
  3. Elaborazione e sintesi vocale, che hanno permesso, per l’appunto, la creazione degli assistenti vocali Cortana, Alexa ecc., sistemi che non si limitano ad un’acquisizione e produzione passiva, ma che comprendono il linguaggio naturale e rispondono allo stesso modo.

La seconda, invece, è la branca più antica. Nata indicativamente nel 1946, da un lato grazie agli studi di Padre Roberto Busa, che si recò all’IBM con l’intento di utilizzare la macchina per analizzare, studiare e memorizzare più velocemente le opere di San Tommaso; dall’altro lato, a causa della situazione politica mondiale e alla necessità di tradurre alcuni messaggi, soprattutto dal russo all’inglese. Ha cominciato a svilupparsi praticamente assieme all’informatica, migliorandone persino diversi aspetti. Comprende:

  1. Traduzione automatica.
  2. Riassunto automatico. 
  3. Previsione automatica (es: risultati browser).
  4. Correzione automatica
  5. Ricerca e analisi all’interno del testo.

Proviamo a pensare agli strumenti di traduzione automatica online come Google Traduttore o Reverso, che permette persino una traduzione contestuale; alla compilazione automatica nei motori di ricerca, che anticipano le nostre richieste sulla base di previsioni mirate; ma anche alla più recente correzione automatica degli smartphone, che riesce a farci evitare  brutte figure mentre scriviamo velocemente.

In poche parole: se implica il linguaggio e questo linguaggio è registrato o digitato, la Linguistica Computazionale può farci qualcosa. Anzi, probabilmente lo sta già facendo.

Inoltre, nonostante la sua scarsa fama, non è da sottovalutare l’apporto al mondo del lavoro di questo settore molto vario, che grazie al suo aspetto interdisciplinare mette assieme diversi esperti: linguisti, informatici, ingegneri, scienziati. Attualmente sono molte le offerte di lavoro a riguardo, anche e soprattutto dalle grandi aziende transnazionali come Google, Amazon e Microsoft.

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