Un grande problema che ha la società italiana è la poca alfabetizzazione digitale. I dati del DESI (Digital Economy and Society Index) non sono dei più rassicuranti e il 2020 ha portato sotto gli occhi di tutti questa criticità.
Ma andiamo per ordine.
Che cosa si intende per alfabetizzazione digitale?
Si intende la conoscenza e competenza di utilizzo dei media digitali, come ad esempio computer, tablet e l’uso della posta elettronica. È un’abilità che sempre più sta diventando fondamentale nella società moderna.
Si intende inoltre anche la conoscenza dei linguaggi e della struttura dei media digitali, conoscenza molto complessa al pari di quella di una lingua.
Trovo per questo anche l’uso del termine alfabetizzazione molto azzeccato.
Non sapere usare un pc, limita la persona proprio come la non capacità di leggere o scrivere.
Le vicende del 2020 hanno fatto capire all’opinione pubblica questo divario.
Grazie allo smart working e alla teledidattica si è capito quanto il nostro paese sia indietro con la digitalizzazione.
Un’altra competenza dell’alfabetizzazione digitale riguardano i rischi dei media digitali. È fondamentale quali sono i problemi della rete, come riconoscerli e sapere come contrastarli. Si parla per esempio di riconoscere una truffa online, comprendere quali sono i comportamenti a rischio come diffondere dati sensibili e sapere anche quali azioni possono essere perseguite per legge.
Quest’ultima competenza è fondamentale e non è una conseguenza della conoscenza del linguaggio digitale. Deve essere supportata con una formazione specifica e mirata alla sua acquisizione.
Una volta scomposta l’alfabetizzazione digitale, andiamo a vedere perché è importante.
Il motivo principale è che il digitale non è più un’opzione o una alternativa, ma parte della società stessa. Sempre più internet sta diventando parte del tessuto sociale: ci informiamo online, troviamo lavoro online e stringiamo legami online. Non saper usare media digitali sta diventando sempre di più una barriera d’accesso alla vita in società.
È una abilità sempre più richiesta nel mondo del lavoro. Se fino a qualche decennio fa poteva essere rilegata a lavori di ufficio o di progettazione, ora anche un libero professionista deve saper masticare un po’ di digitale per migliorare il proprio business. Ad oggi è impensabile avere una attività e non poterla trovare online.
L’alfabetizzazione digitale permette di superare i limiti della tua fisicità.
Sembra una cosa fantascientifica o trascendentale, ma è molto più pratica di quello che può sembrare.
Faccio un esempio.
Adesso sono seduto alla mia scrivania e sto scrivendo ad un pc questo articolo che successivamente sarà caricato online e letto da te, che con molta probabilità abiti distante chilometri da me. Potevo parlare di questo tema con i miei amici o i miei familiari, ma avrei raggiunto poche persone e tutte vicine a me. Grazie alla conoscenza del digitale e ad internet, posso invece far arrivare le mie idee potenzialmente ovunque e a chiunque superando il limite della mia persona.
Saper usare un pc o qualunque altro dispositivo e saper il linguaggio dei media digitali da accesso ad opportunità uniche.
Bisogna anche dire che il problema della poca alfabetizzazione non riguarda solo gli adulti e la popolazione più anziana, come si può immaginare, ma anche quella più giovane. Come ho scritto in un precedente articolo sui nativi digitali, non tutti i giovani sanno usare adeguatamente l’internet.
Il problema dell’analfabetizzazione digitale trascende l’età ed è proprio strutturale. La scuola potrebbe essere però la soluzione a questo problema.
Un insegnamento strutturato e ben organizzato del mondo e delle competenze digitali è ormai fondamentale e bisogna rendere queste competenze universali per tutti.
Si stanno facendo i primi passi verso una formalizzazione dell’insegnamento ma i passi sono lenti e difficoltosi.
Un topic complesso potrebbe essere quella dell’educazione digitale con gli adulti.
Una possibile soluzione potrebbe essere la creazione di corsi per sopperire al problema, ma non è poi così semplice.
Il problema non è tanto la sua realizzazione, ma quanto la possibile affluenza: servirebbe un lavoro di pubblicità non indifferente
Potrebbe essere utile iniziare a parlare del tema nei media più tradizionali a scopo informativo oppure fornire direttamente in tv una formazione sul digitale, come negli anni 60 in tv si insegnava a leggere e a scrivere nel programma “Non è mai troppo tardi”.
Un’ulteriore risorsa potrebbero essere i figli. Se quest’ultimi vengono formati sul tema a scuola in maniera adeguata, poi una volta arrivati a casa possono aiutare e formare i genitori, facendo da tramite per la conoscenza digitale.
Diversi studi dimostrano come figli di immigrati diventano fonte di conoscenza della lingua e della cultura del paese ospitante per i genitori, dunque possiamo usare lo stesso principio per arrivare alle fasce di età più adulte con l’educazione digitale.
Il problema della poca alfabetizzazione digitale è un topic che sicuramente sentiremo sempre più parlare negli anni a venire. Per fortuna qualcosa si sta muovendo per migliorare questa situazione con sempre più iniziative e interventi.
La strada è ancora lunga e difficoltosa. Stiamo piano piano migliorando però dovremo premere il piede sull’acceleratore perché il mondo digitale non aspetta nessuno.