Tecnologia e Autismo: quando la fantascienza incontra la realtà

L’autismo o meglio detto il disturbo dello spettro autistico è un disturbo del neurosviluppo che è principalmente caratterizzato dalla compromissione di due aree: l’area comunicativa e sociale e l’area degli interessi e delle attività. Un soggetto con questo disturbo spesso presenta problemi relazionali e comunicativi, con attività e movimenti molto routinari. Tali soggetti tendono a chiudersi in sé viste queste problematiche. È una patologia complessa e difficile da affrontare anche per la famiglia. 

Fortunatamente la ricerca in questo ambito è molto attiva nella sperimentazione nuovi metodi di supporto per coloro i quali sono affetti da questa patologia. La tecnologia, negli ultimi anni, è stata coinvolta nella ricerca, sia nel campo didattico che in quello sociale, di nuovi metodi di supporto. 

Il compito della tecnologia è quello di aiutare le persone affetta da  un disturbo dello spettro autistico a vivere una vita normale, ad apprendere i comportamenti sociali e a relazionarsi con il mondo. 

Nel campo della didattica viene spesso usato il computer con programmi pensati proprio per questa necessità. 

I pro dell’uso del pc sono moltissimi. Primo tra tutti è che le macchine “non perdono la pazienza” quindi non si arrabbiano per la lentezza e per l’errore. Anche se  un insegnante, un educatore o un caregiver non dovrebbe mai farlo, utilizzando un pc questi eventi spiacevoli e negativi per il soggetto non si verifichino mai. 

Un altro aspetto è quello della comunicazione: i programmi pensati per persone autistiche non usano frasi figurative e astratte, perché risultano  di difficile comprensione, ma usano una comunicazione molto pragmatica e diretta.

Importante da sottolineare è anche che il rinforzo positivo, con tali programmi, è sempre puntuale e coerente. Il concetto di rinforzo positivo deriva dal metodo del condizionamento operante, teorizzato per la prima volta nella seconda metà del ‘900 dallo psicologo Skinner. In breve, se ad una azione positiva segue un rinforzo, questa azione tenderà a ripresentarsi con più probabilità. È un metodo di apprendimento che viene usato in moltissimi ambiti: dall’addestramento cinofilo all’educazione scolare. 

Da qualche anno la robotica sociale è stata presa in considerazione per creare supporti didattici ad hoc. La robotica sociale  un ambito emergente che, si presuppone, richiamerà molto interesse nei prossimi anni. 

Un robot sociale è un androide spesso con fattezze umanoidi, autonomo o semi-autonomo, che è programmato per poter comunicare con gli esseri umani. È stato testato con persone affette da disturbi dello spettro autistico con successo. Il robot è stato impiegato come mediatore comunicativo tra l’educatore e il soggetto e costituiva un oggetto di attenzione condivisa tra i due, facilitando il dialogo e l’interpretazione dell’altro.  

Esiste anche una versione di robot sociale che replica un volto umano ed è usato per aiutare la comprensione delle emozioni e delle espressioni facciali. 

 L’utilizzo di robot sociali sembra essere una  delle tecniche più promettenti per quanto riguarda questo ambito 

Un’altra tecnologia usata in campo riabilitativo è quella del Microsoft Kinect, periferica nata per la console Xbox 360 che permette di interagire con la console tramite l’ausilio del proprio corpo. Purtroppo, la periferica è uscita dalla produzione nel 2017, ma è ancora usata e i suoi effetti positivi sono tangibili specialmente con i bambini. Si è visto che l’uso del Microsoft Kinect incentiva la cooperazione e l’interazione tra i soggetti.  

Come detto in precedenza, una delle problematiche derivanti dal disturbo dello spettro autistico è proprio la difficoltà alla socialità, all’interazione e al gioco interattivo. Videogiocare insieme favorisce il rapporto tra il bambino autistico e i suoi caregiver e anche l’interazione tra pari.

Attualmente la realtà virtuale non può essere un buon sostituto del defunto Kinect, dato che le periferiche non sono molto adatte alle persone affette da autismo. 

Occorre comunque sottolineare l’importanza degli educatori che si occupano di persone affette da disturbi dello spettro autistico e anche il supporto dei familiariè fondamentale.

La tecnologia può essere un grande aiuto e coadiuvante. Ci si augura che con il progresso essa diventi sempre  di maggior supporto soprattutto ai caregiver.  

Per saperne di più:

https://www.stateofmind.it/tag/autismo

http://mondodigitale.aicanet.net/20193/Articoli/01_MD82_Robotica_e_sviluppo_delle_abilita_sociali_nell_autismo.pdf

https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/3822/3469

https://oaj.fupress.net/index.php/formare/article/view/3516/3516

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1877050914000179

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